Sono ben dodici gli alunni del liceo montecatinese che hanno concluso il proprio esame di stato con il
massimo dei voti: dopo anni di impegno costante, hanno affrontato le prove con preparazione e con un
giusto equilibrio tra preoccupazione per la tappa importante e serenità derivante dalla consapevolezza di
aver dedicato allo studio tanta energia.
Hanno ottenuto il 100 con lode Andrea Bianconi e Giulio Pisaneschi di V D, il 100 è stato raggiunto da Alice
Casciani e Sara di Marco di V A, da Andrea Massocco, Matteo Magni e Riccardo Vocaturo di V B, da Marina
Marchetti di V C, Luisa Collodi e Martina Minafra di V D, Mirco Bartolozzi e Alessandra Zucconi di V E.
Le tesine spaziavano tra gli argomenti più vari ed interessanti, dal dolore all’amore, temi classici rivisitati in
chiave molto originale, a temi più specifici e singolari.
Andrea Bianconi ha presentato la tesina “Capire il silenzio”, con uno sguardo sui significati positivi e
negativi che il silenzio può assumere; tra i punti principali l’incomunicabilità e la solitudine (Munch e De
Chirico), il silenzio di alcuni sopravvissuti di Auschwitz per sopravvivere al dolore, i silenzi colpevoli della
storia del ’900 (Shoah, foibe, genocidio armeno), i letterati dell’età giulio-claudia ridotti al silenzio (Seneca e
Lucano), il silenzio nella scienza con gli esperimenti nella camera anecoica.
Giulio Pisaneschi ci ha riassunto in poche parole il contenuto della sua tesina dal titolo “La sezione aurea,
tra matematica, arte e natura”: “ho parlato del numero aureo, partendo dalle sue caratteristiche ed
applicazioni matematiche per arrivare alla sua presenza in ambito artistico, architettonico, letterario fino
alle scienze biologiche e naturali. Ho concluso con un paragrafo sulle moderne applicazioni dei frattali,
recente branca della matematica che coinvolge anche la sezione aurea.”.
Alla domanda circa la motivazione del titolo “Il grande Nulla”, Andrea Massocco ha risposto: “È nato
dall’ironia scaturita quando mi è stato chiesto cosa avrei portato come argomento ed io ho risposto nulla!…
dopo averci riflettuto, ho ritenuto che il tema fosse uno stimolo verso il progresso lungo le direttrici della
ricerca umana e, seppur bistrattato, gli ho riconosciuto il ruolo di cardine di gran parte dei problemi
esistenziali e così ho ripercorso la storia che ha condotto alla sua definizione fisica, matematica,
“Il secondo cervello”, ovvero il rapporto che intercorre tra volontarietà e involontarietà del pensiero, è
stato il tema affrontato da Matteo Magni, in due sezioni, una scientifica in cui ha parlato del sistema
nervoso intestinale, funzionalmente svincolato dal cervello, l’altra letteraria, dove hanno trovato spazio
riferimenti a Joyce, Svevo, D’Annunzio, Rimbaud e Proust.
L’argomento portato da Mirco Bartolozzi era “Mobilità efficiente”, strategie per rendere le automobili più
parsimoniose ed ecologiche, senza rinunciare a prestazioni e sicurezza; Alessandra Zucconi ha parlato del
primo articolo del Manifesto del Futurismo, ossia “Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine
all’energia e alla temerarietà”, mentre la tesina di Sara Di Marco verteva su “L’amore nell’età della tecnica”,
una riflessione sul come nelle società tecnicamente organizzate l’amore sia diventato l’unico spazio in cui
l’individuo può esprimere la propria soggettività e realizzarsi.
“La percezione e l’espressione del dolore, compagno positivo o negativo della vita di ogni uomo” è stato
l’argomento trattato da Alice Casciani, la quale ci ha raccontato di essere partita dalla spiegazione
fisiologica dei meccanismi che ne permettono la percezione, per poi indagare come i farmaci analgesici
intervengano nel nostro organismo e concludere con il concetto di dolore dal punto di vista psicologico e
sociale, con immancabili riferimenti alla storia (le condizioni nelle trincee), alla letteratura e all’arte
(Seneca, Ungaretti, Schopenauer, Munch).
Marina Marchetti ci ha presentato la sua tesina in modo molto dettagliato: “Ho seguito un percorso che
parte dal principio di equivalenza debole e approda a quello di relatività generale e al fenomeno della
deflessione della luce, con verifica sperimentale della teoria. Poi ho parlato del redshift gravitazionale che
ha costituito il punto di partenza per analizzare il funzionamento del GPS, ovvero un’applicazione tecnica
moderna della relatività. Ciò mi è servito per far capire che la relatività non è una teoria astratta. Ho quindi
analizzato la raccolta di riflessioni di Einstein dal titolo “Come io vedo il mondo”, per poi passare al
carteggio intitolato “Perché la guerra?” tra Einstein stesso e Freud, dove il primo chiede al secondo come
liberare l’uomo dalla fatalità della guerra e l’altro risponde con riferimenti interessanti al concetto di
pulsioni eros e thanatos”.
Riccardo Vocaturo ci ha riferito di aver voluto presentare il vino come divinità di un pantheon immortale,
dal Dioniso greco alla bevanda cantata da Baudelaire, D’Annunzio, Pascoli e persino da Leopardi. “La
divinizzazione del vino chiarisce il legame tra ebrezza, poesia e misteri antichi” ha spiegato “e mi è stata
utile per analizzare la dicotomia moralismo/maledettismo e per affrontare l’argomento del proibizionismo
a storia e la riflessione etica sul lieo a filosofia. È stato facile unire chimica, latino e fare un rapido cenno alla
cultura islamica e all’arte.”
“Alan Turing: un genio enigmatico” era il titolo del lavoro di Luisa Collodi, la quale ha ripercorso la vita e le
invenzioni di tale personaggio poliedrico. Padre dell’informatica e grande matematico, noto per la
decrittazione di Enigma, ma anche ben inserito in un contesto storico che poteva facilmente rimandare allo
spionaggio, alla Seconda Guerra mondiale e all’esperienza vissuta da Luisa con il progetto “Il treno della
Martina Minafra circa la propria tesina “Il piacere del contrasto. I luoghi del sublime” ci scrive addirittura
una e-mail da Parigi: “il mio lavoro si configura come un percorso critico alla ricerca del sublime, il cui
termine è riferibile all’innalzarsi verso l’alto di qualcosa che non esegue un movimento perpendicolare al
suolo, ma ad un’altezza raggiunta in maniera indiretta e diagonale. Ho poi analizzato il sentimento del
sublime antico, sostanzialmente riferendomi a retorica e letteratura. Del sublime moderno ho colto il suo
legame con la natura, notando come esso passi dalla natura alla storia e da questa alla politica, poiché
diventare compartecipi delle vicissitudini storiche e politiche dell’umanità eleva ed inorgoglisce l’animo,
innalzando sopra la routine e la mediocre banalità”.
Grande soddisfazione dunque, per i ragazzi, per le loro famiglie e per i professori che li hanno accompagnati
(Lorena Rocchi)