BULLISMO nello sport: oltre cinquecento studenti al Palaterme

Posted by on 19 Marzo 2017

Lo scorso 17 marzo le classi 3A scientifico, 3C scientifico, 3A sportivo, 3B e 3C economico-sociale hanno partecipato ad un convegno organizzato dall’Associazione nazionale Polizia di Stato di Pistoia e dal Comune di Montecatini assieme al Montecatini Minibasket nel 39esimo anniversario del rapimento di Aldo Moro. Si è parlato di sport e di tifo, di scuola e di bullismo con una partecipazione di oltre cinquecento studenti di medie e superiori. L’incontro-dibattito, che è rientrato tra le attività di Alternanza Scuola-lavoro, ha visto i nostri ragazzi coinvolti in un tema indubbiamente impegnativo, anche perché hanno potuto  toccare con mano una parte di storia tragica del nostro Paese, dato che il giorno prima, il 16 marzo, ricorreva l'anniversario della strage di via Fani e tutti gli studenti hanno partecipato a quanto era stato organizzato per far sì che nulla venga mai dimenticato. Dopo la proiezione di alcuni video originali tratti dalle edizioni dei tg RAI di quel giorno, due trombe dei bersaglieri hanno suonato le note del toccante Silenzio, mentre tutti stavano in piedi. A seguire, il giornalista Daniele Bernardini ha ricordato quel giorno, descrivendo anche il contesto socio-politico di quegli anni.

In seguito, dopo il saluto iniziale del sindaco di Montecatini Giuseppe Bellandi, il moderatore Franco Morabito, presidente USSI (unione stampa sportiva italiana) della Toscana, ha dato la parola a Mara Ferasin, dirigente del commissariato di Montecatini, che ha invitato i ragazzi al civile convivere e a denunciare gli episodi di bullismo, dopodiché Francesco Tagliente, ex questore di Firenze e Prefetto di Pisa, ha raccontato la sua esperienza di poliziotto a Roma negli anni di piombo, riferendo di quanti colleghi ha visto uccidere, compresi gli agenti di via Fani. In un secondo momento ha parlato di varie strategie da lui adottate come questore di Firenze in occasione delle partite di calcio, compreso un Fiorentina-Liverpool in cui si riuscì a limitare i danni degli hooligans grazie a un lavoro preliminare di comunicazione tra le due tifoserie. Indescrivibilmente toccante è stata la testimonianza della vedova Raciti, Marisa Grasso, che, donna bella e giovane, non ha parlato dal tavolo dei relatori, ma in piedi, vicino alla balaustra che la separava dai ragazzi, a partire da quando lei e Filippo si conobbero, dell'importanza che lui, figlio di poverissima gente, dava alla divisa da poliziotto. Si è soffermata sull'amore del marito per il suo lavoro, da lui inteso anche come modo per diffondere la cultura della legalità in una terra martoriata dalla criminalità di ogni genere e ha descritto piccoli episodi di vita familiare: ogni sera Filippo riportava a casa un pensierino per i figli, come l’immancabile pacchetto di figurine per il maschietto; difficile trattenere la commozione quando ha riferito che ne hanno ritrovato uno nella tasca della divisa anche il giorno in cui lo uccisero, il 2 febbraio 2007. Lo aveva comprato prima di andare allo stadio, sicuramente per essere sicuro di non dimenticarsene o per paura di non avere il tempo per farlo in seguito..

La vedova Raciti ha invitato i ragazzi a non unire la violenza allo sport, ad apprezzare il piacere dell'amicizia, a denunciare ogni tipo di violenza a cui dovessero assistere. Lei gira le scuole d'Italia proprio per questo, per far capire che dietro ogni divisa c'è un uomo che ha famiglia, sogni, desideri, speranze. Proprio come tutti noi.

La psicologa criminologa Silvia Calzolari ha poi parlato dell'adolescenza e del bullismo ed i saluti finali sono stati del vicesindaco Ennio Rucco. Tra i nostri studenti, che avevano svolto un elaborato sull'argomento, è stato premiato lo studente Lollini di 3C scientifico insieme ad altri studenti di altre scuole.

Il percorso che la nostra scuola porta avanti da anni con il progetto relativo alla Legalità, che ha come referente la prof.ssa Cosentino, continua con tappe significative come questa ed è bene che i giovani studenti possano vivere testimonianze forti come quelle di questa giornata, affinché si crei davvero una cultura della legalità nello sport, a scuola e nella vita.

 

                                                                                                                                                                                                                                           (Lorena Rocchi e Alessandra Baldacci)

 

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