In tria tempora vita dividitur:
quod fuit, quod est, quod futurum est.
Ex his quod agimus breve est,
quod acturi sumus dubium,
quod egimus certum.
(La vita si divide in tre tempi:
passato, presente, futuro.
Di essi il presente è breve,
il futuro incerto,
il passato sicuro).
Seneca, De brevitate vitae (XI)
Una scommessa nel secondo millennio: incontri intergenerazionali possibili?
Nel 1909, con la pubblicazione del romanzo I vecchi e i giovani, Pirandello riprese questa secolare questione che, nonostante le molte argomentazioni sapientemente addotte dal celebre autore, tutt’oggi rimane insoluta.
Alla domanda si è cercato di dare una risposta nel Convegno dal titolo “Incontri intergenerazionali e nuove prospettive formative per la costruzione di modelli di sviluppo civicamente sostenibili” organizzato dal Liceo “Salutati” di Montecatini Terme, ideato e coordinato dalla prof.ssa Iolanda Cosentino in collaborazione con il Rotary Club “Marino Marini” di Montecatini Terme (rappresentato dalla presidente Lucia Ghieri) che si è svolto nell’aula Gamma dell’Istituto lunedì 5 dicembre.
La Dirigente scolastica, dott.ssa Marzia Andreoni, dopo i saluti di benvenuto, sottolinea l’importanza di questo Convegno come opportunità per “guardarsi dentro” e promuovere un recupero del sistema valoriale e delle abitudini trascorse in nome di una continuità non solo culturale ma anche empatica e sistemica, che dovrebbe entrare a far parte delle “buona prassi” di ciascuno. Attraverso il confronto costruttivo e la sinergia empatic tra persone appartenenti a generazioni diverse – sostiene la preside – si potrebbe stabilire una sorta di “patto sociale” fondato sulle esperienze pregresse di coloro che hanno “fatto la storia” e che dialogano con coloro che si apprestano a farla.
La prof.ssa Cosentino, docente di storia e filosofia, introduce il tema ricordando che molte sono le sfide del mondo contemporaneo, tra cui quella di promuovere un avvicinamento tra generazioni nuove e mature, depositarie queste ultime di una “memoria storica” imprescindibile per poter affrontare, con abilità e contezza, le sfide del presente.
Al termine della parte introduttiva, gli alunni delle classi 4 B Les, 5 B Les, 4 B Ls, 5Bls e 3C Ls assistono al collegamento da remoto con il prof. Alberto Fornasari, docente di Pedagogia Sperimentale e Didattica Speciale e Apprendimento per la Disabilità Sensoriali, TFA per il Sostegno presso L’università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e autore del testo Incontri intergenerazionali (ETS, editore).
Fornasari parte dal considerare l’idea comune legata alla definizione di “giovani” e “anziani”, concetti questi che, nella loro riconosciuta ovvietà, potrebbero nondimeno essere equivocati. L’allungamento della vita media, spiega Fornasari, ha imposto alla ricerca socio-culturale di misurarsi con nuove sfide. Una su tutte: quali politiche promuovere in una società dove, a fronte di una corposa presenza di anziani, si registra un numero sempre minore di giovani, spesso “tecnologici” e profondamente diversi dai loro progenitori?
Le stesse istituzioni, anche se con un certo ritardo, hanno riconosciuto la necessità di creare nuovi spazi di dialogo, nuove proposte educative, formative e sociali e soprattutto hanno compreso quanto sia importante estenderle lungo il corso di tutta la vita, in una prospettiva di reciprocità e interdipendenza positiva tra generazioni.
Visto il calo continuo di natalità, i giovani sono numericamente inferiori rispetto a quelli che li hanno preceduti, e le previsioni demografiche al 2050 prevedono un continuo declino di questa parte della popolazione, sia in rapporto agli anziani che in valore assoluto. La popolazione matura è dunque la più numerosa nel nostro Paese ed emerge, da diverse ricerche promosse dall’Istat, come gli over 65 siano un popolo attivo, con interessi culturali e politici. Sono persone che ritengono importante dare il proprio contributo nella comunità alla quale appartengono, utilizzando i moderni mezzi di comunicazione e cercando di migliorarsi nel loro uso.
Oramai, come sostiene Iori nel testo Fondamenti pedagogici e trasformazioni familiari, (ed. La Scuola), almeno nel mondo occidentalizzato, anche i “riti di passaggio”, utili sia per l’individuo che si apprestava a sostenerli, sia per la comunità che doveva accoglierlo, sono pressoché spariti.
L’analisi di Fornasari prosegue con la presentazione di una riflessione pedagogica sui concetti di genitorialità ed anzianità e sull’impegno europeo per le politiche di “Lifelong learning”, quindi sugli orientamenti formativi all’educazione intergenerazionale. L’autore riflette su cosa oggi rappresentino la genitorialità e l’anzianità intese come nuove categorie socio-pedagogiche e su cosa significhi essere adulti, genitori, nonni.
Viene esplicitato un dato che offre spunti di riflessione: la presenza dei nonni nella famiglia di oggi costituisce una risorsa significativa per i nipoti. La “nonnità” (termine usato da Caporale in La pedagogia della nonnità, Cacucci Editore), è un neologismo che viene sempre più usato negli studi sulla popolazione anziana e che si è oramai diffuso come “paternità” e “maternità”; esso sta sollecitando una maggiore consapevolezza della specifica funzione educativa che i nonni svolgono nella famiglia e nella società contemporanea.
Un recente contributo inaspettato alla riconsiderazione del valore dell’anzianità nel mondo d’oggi proviene dalle scienze economiche. Secondo due importanti articoli pubblicati sull’Economist (inglese) e il Business Week (americano), mettere da parte gli anziani ed accantonare le loro competenze, rappresenta un grande danno all’economia.
Una nuova tendenza, ancora acerba, che deve essere sostenuta fortemente dalla pedagogia, è quella di valorizzare tutti coloro che intendono continuare ad offrire il contributo della loro professionalità ed operosità, prescindendo dall’età cronologica.
In uno studio dedicato all’argomento, Peter Laslett (Una nuova mappa della vita: l’emergere della terza età, Il Mulino), definisce giustamente gli anziani “fiduciari per il futuro”. In realtà saranno tali nella misura in cui questa consapevolezza diventerà per tutti uno stile di vita attivo, volto a predisporre condizioni idonee a garantire il pieno appagamento delle loro esigenze personali e sociali. In conclusione, Fornasari ribadisce la necessità che il rapporto intergenerazionale venga improntato alla massima solidarietà e reciprocità: infatti, entrambi i protagonisti, giovani e anziani, seppure distanti anagraficamente, possono trarre mutue ispirazione e crescita dalle competenze dell’altro. Mai come in questi ultimi decenni, infatti, abbiamo assistito a cambiamenti così repentini e radicali e, per la prima volta nella storia, si assiste ad un fenomeno unico: una larga parte dei giovani possiede maggiori informazioni rispetto agli adulti -dato questo, strettamente connesso al digital divide.
Nel concludere l’intervento, Fornasari auspica che il dialogo contemporaneo si muova verso la costruzione di una “società per tutte le età” visto che i recenti studi hanno dimostrato come le civiltà più evolute e il progresso più autentico siano l’espressione della continuità tra passato e presente, fra tradizione e innovazione.
Al termine dell’incontro, la prof.ssa Cosentino ricorda che, grazie a queste occasioni di confronto, gli alunni avranno acquisito maggiore consapevolezza sull’importanza di quanti hanno abitato la Storia in tempi diversi e che oggi sono pronti a confrontarsi con i giovani per dare loro nuovi strumenti attraverso i quali poter ripensare il passato riuscendo a vivere il presente con maggiore lucidità.
Attraverso questa “lente speciale” – sostiene la prof. ssa Cosentino – i ragazzi dell’hic et nunc avranno l’opportunità di intravedere nuovi orizzonti di crescita e poter progettare in modo inclusivo e civicamente sostenibile una polis globale pronta a considerare le generazioni adulte come risorse da valorizzare, fonti di saperi ed esperienze, radici identitarie e interlocutori attivi pronti ad intervenire efficacemente sulle dinamiche relazionali caratterizzanti la vita delle giovani generazioni.