Qual è secondo voi lo spirito dell’esploratore? Forse quello di Indiana Jones? Oppure quello di Neil Armstrong? Io l’ho scoperto in una donna: Daniela Bortoletto.
In occasione della presentazione del progetto per la promozione della formazione scientifica “Sì, geniale!” della Fondazione CARIPT , abbiamo assistito ad una sua intervista.
Direte voi: “E chi è questa Bortoletto?”. Si fa presto a dire: è una scienziata! Un fisico sperimentale delle particelle che collabora all'esperimento ATLAS presso il Large Hadron Collider di Ginevra, al CERN e che ha contribuito in team alla scoperta della famosa “particella di Dio”, il bosone di Higgs. Attualmente insegna all’Università di Oxford e farà da testimonial all’iniziativa di CARIPT. Insomma, una italiana di valore che lavora alla ricerca internazionale e che ha voluto promuovere in questa occasione i valori della Scienza.
Non nascondo che, quando ha iniziato a elencare i suoi numerosi titoli di studio e di lavoro, ci siamo sentite un po’ fuori posto. Mai, tuttavia, è apparsa arrogante o supponente e in tono amichevole ha citato le parole di un
economista, secondo il quale "Viviamo in un mondo in cui è necessaria la curiosità degli esploratori egli esploratori sono coraggiosi". Ecco: è proprio il coraggio dell’esploratore il sale della scienza! La Bortoletto ne è convinta e ha elencato una serie di altre qualità necessarie all’esploratore scienziato: l’umiltà, l’ottimismo, la perseveranza e l’ostinazione.
Umili perché conosciamo ancora così poco del nostro Universo..
Ottimisti perché la strada della ricerca è sempre in salita: se non lo fossimo saremmo sconfitti in partenza.
Perseveranti e ostinati perché ogni passo in avanti della scienza e della tecnologia richiede impegno, dedizione e capacità di apprendere dagli errori, che fanno parte del “mestiere” dello scienziato (e non di lui solo…), senza scoraggiarsi.
L’illustre scienziata ha anche incitato i ragazzi a investire nelle Scienze: non si deve aver “paura” del futuro e il futuro è Scienza e Tecnologia, che devono essere abbracciate con entusiasmo, per poterle governare affinché diventino strumenti d’aiuto per l’umanità. E con questo pensava ai campi di applicazione della fisica nelle scienze mediche e nella ricerca di energie pulite ed ecosostenibili.
E ancora: l’uomo ha bisogno della scienza e dei suo i prodotti anche per sollevare dalla povertà intere popolazioni del Sud del Mondo per le quali la Bortoletto chiede giustizia economico-sociale e pari opportunità di accesso all’istruzione e allo studio delle Scienze. E durante l’intervista il tema delle pari opportunità è riemerso quando una studentessa ha chiesto alla prestigiosa ospite come si era trovata a lavorare in un mondo dominato dalla presenza di uomini. La risposta mi ha un po’ sorpreso: non si era mai resa conto del problema del sessismo fino a quando non è andata negli Stati Uniti, alla Purdue University.
Effettivamente lì, in alcuni campi delle Scienze, le donne sono “rarità” e le poche che vi si dedicano si sentono fuori posto, tanto da indurla a fondare una società per le donne nella fisica.
Insomma la Bortoletto è apparsa coraggiosa, convincente, impegnata e desiderosa di promuovere lo studio delle scienze e della mentalità scientifica per tutti e in particolare per le donne: proprio una vera esploratrice!
S. Norbedo
(docente di Scienze Integrate ITS “Marchi-Forti”)
Non è formattato bene
Grazie, ora è a posto