Il Premio Aligi Bruni ad una studentessa del Salutati

Posted by on 25 Maggio 2018

La studentessa Laura Sabato della III A scientifico del Liceo Salutati si è aggiudicata il secondo premio della IV edizione del corcorso letterario “Aligi Bruni” di Pistoia, sul tema “I giovani e il futuro", con un testo argomentivo su difficoltà e sfide dell'avere vent'anni (o quasi) rispetto al tempo in cui ci è dato di vivere. Il punto di forza del testo di Laura è stato aver affrontato l'argomento con rigore argomentativo, non scevro però di acuta sensibilità.

L'importo di 400 euro sarà in parte destinato alla scuola (250 euro) ed in parte resterà alla studentessa  (150 euro). Grande la soddisfazione di Laura e della sua docente di lettere.

 

Riportiamo di seguito il testo di Laura:

 

Una definizione esclude qualunque possibilità di cambiamento, ed un periodo di tempo, essendo valutabile soltanto tramite parametri estremamente soggettivi e mutevoli, è indefinibile, sia come positivo che come negativo.

Il proprio pensiero su una certa fase della vita cambia a fianco del periodo stesso: guardarsi indietro ha un sapore diverso rispetto a vivere quel momento. Essendo quindi la propria percezione su un dato spazio di tempo in continuo mutamento, è impossibile poterlo definire in alcun modo, né come il migliore che come il peggiore.

E' possibile tuttavia contestualizzarlo all'interno di un'intera vita, per poter poi arrivare ad avere una percezione più o meno stabile di questo.

L'età giovanile e, più precisamente, quella intorno ai vent'anni è un'età di passaggio tra la completa spensieratezza e quel senso di inquietudine che portano le responsabilità.

Confrontandolo quindi col passato, questo assumerà un tono scuro, in forte contrasto con quello chiaro che abbiamo dietro le spalle, ma proseguendo il tempo si tingerà di toni sempre più bruni, e darà quindi l'illusione che la gioventù sia stata un'età migliore.

Essendo un periodo di passaggio però, questo resta il collante tra le due fasi più opposte e profonde dell'esistenza umana; si avvertono tutti i cambiamenti, i pericoli sono tangibili nell'aria, e si resta sospesi nell'età di mezzo, in un limbo dal quale nessuno esce indenne.

Dopo aver analizzato questa cornice che avvolge questo periodo, passiamo a quella dopo, studiando un contesto ancora più ampio: il periodo storico. Altro fattore che influenza a fondo le nostre percezioni: se tale porzione di tempo viene contestualizzato all'interno di un periodo storico in cui il futuro sembra non dover mai arrivare, come in tempo di guerra o di profonda crisi, il raggiungimento di una consapevolezza maggiore nei confronti del mondo che ci circonda tramite l'arrivo di un'età adulta, porta solo ad inesorabile disperazione; se invece viene posto all'interno di un complesso di circostanze favorevoli, come un'epoca di progresso e miglioramento, in cui l'avvenire appare brillante, la gioventù porta floride speranze e sembra l'età migliore.

Un'era dove invece il progresso accompagna la crisi porta solo al caos, facendo perdere ogni senso alla vita in generale.

Definire quindi un intervallo di tempo il migliore o il peggiore quando ancora non siamo arrivati a sperimentare il prossimo o, peggio ancora, riferendosi a quello di qualcun altro, è da considerarsi semplicemente un enorme errore, perché esclude la possibilità di cambiamento di tale opinione.

 

 

 

                                 (Lorena Rocchi)

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